In base ad approfondite indagini fatte negli ultimi anni, l’Italia risulta la decima nazione manifatturiera su scala mondiale e la seconda produttrice di acciai nel continente europeo, nonostante il territorio non brilli per la quantità di giacimenti minerari. La ragione risiede nelle opportunità di un totale recupero materiali.
Nel nostro Paese, infatti, le procedure di riciclo tendono a funzionare bene e si estendono anche ai metalli non ferrosi, in particolar modo all’alluminio. L’estrazione di questo elemento dalla bauxite è un procedimento complesso e dispendioso sotto tutti i punti di vista, mentre dal riutilizzo dei rottami si può risparmiare fino al 95% di energia.
Pertanto, a condizione che l’esecuzione di tutti i passaggi avvenga in maniera corretta, è meglio affidarsi ai prodotti preesistenti, piuttosto che provvedere all’estrazione diretta dalle fonti originarie, con rilevanti benefici per l’ambiente.
I problemi dello smaltimento e del recupero
Tuttavia, quello degli illeciti è un problema concreto: non esistendo una normativa rigorosa, le leggi attualmente vigenti sono lacunose e non permettono di definire nettamente i confini tra legale e criminale.
Alcune aziende, quindi, approfittano di tale situazione d’incertezza e della mala informazione della maggioranza delle persone (compresi gli addetti ai lavori) operando in maniera irregolare, pur di monetizzare e di sbaragliare la concorrenza.
A titolo di esempio, basti pensare che lo smaltimento e il recupero a livello industriale delle leghe metalliche, ferrose e non, dovrebbe essere compito esclusivo di chi le produce o le detiene, evitando alla radice eventuali ritiri presso il luogo di provenienza.
La situazione non migliora anche quando si tratta di vendita, eventuale bonifica o di attività intermediarie, proprio perché senza disposizioni precise è più facile aggirare quelle attualmente in vigore.
Questo porta a dare poca importanza ad enti specializzati e a cadere nell’errore di rivolgersi a qualsiasi consorzio di trattamento dei rifiuti.
Gli inconvenienti non sono soltanto di tipo legale, ma anche ambientale: l’ecologia è un settore che sta rivestendo un’importanza sempre maggiore, al punto da diventare decisivo per la permanenza o la chiusura di un’attività.
Pertanto, anche se il recupero degli acciai e delle leghe non ferrose dovrebbe essere di esclusiva competenza di chi ha le autorizzazioni e la preparazione per procedere a tale trattamento, esiste chi invade questo campo senza averne titolo e, non sempre, per prezzi più convenienti.
Smaltimento materiali metallici: come operano le eccellenze nel settore?
Fortunatamente, accanto a chi agisce in maniera irregolare, esistono anche aziende che svolgono impeccabilmente il riciclo dei metalli, ferrosi e non, principalmente occupandosi degli acciai e dell’alluminio. Questi materiali, infatti, sono recuperabili al 100% se si applicano le procedure corrette.
Le imprese con regolari permessi provvedono ad entrambe le filiere del riciclo, avvalendosi del supporto di operatori esperti che gestiscano tutte le fasi, a partire da una prima selezione e pulizia dei rottami.
Nel caso dell’acciaio, dopo averne verificato la natura con l’ausilio di calamite ed averli suddivisi per tipo (è più corretto parlare di “acciai”, per via della variabilità delle percentuali di ferro e di carbonio, nonché di altri elementi), si procede alla frantumazione e, poi, all’eliminazione di ogni minimo residuo di plastica. A questo punto, il materiale è pronto per l’immissione verso altre industrie siderurgiche.
Quanto all’alluminio, occorre predisporre i macchinari per togliere le vernici residue e procedere alla fusione, con temperature d’esercizio comprese tra i 700°C e i 1000°C. Dopodiché, anche in questo caso si fa una suddivisione preliminare in base agli utilizzi futuri e s’inseriscono eventuali additivi alla colata. L’aspetto finale sarà in blocchi marchiati ottenuti per stampaggio o lingottatura, a seconda delle prestazioni richieste.
Alla luce di ciò, è evidente che non si può fare affidamento al primo consorzio di rifiuti disponibile, ma occorre rivolgersi ad aziende specializzate nel settore del recupero dei materiali metallici, ferrosi e non.